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LUCANIA

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tra Storia, Fotografia e Poesia

Basilicata e Lucania: storia del doppio nome


La Basilicata è l’unica regione italiana per la quale risulti necessario un “suppletivismo” per esprimere l’etnico. Il nome degli abitanti, infatti, non ha legame etimologico col toponimo Basilicata, bensì con Lucania.

Perché? Qual è l’etimologia dei due nomi?

La Lucania era una regione preromana che, come minuziosamente spiegato da Strabone (Geografia, VI, 1), si estendeva dal Sele al Lao lungo la costa del Tirreno, e da Metaponto a Turi sulla costa ionica. Escludeva il Vulture e tutto il territorio ad est del Bradano, perciò la stessa Matera. Includeva invece Cilento e Vallo di Diano, sconfinando nella zona attualmente calabrese di Cosenza.

Il toponimo si sottomette al nome dei suoi abitanti di lingua osca, i Lucani, il cui etimo non è ben accertato. Oltre al consueto riferimento all’eroe eponimo Lucus, si è pensato al greco «lýkos» (λύκος) «lupo», o al latino «lucus» «bosco sacro». Più antica è la tradizione che rimanda alla radice indoeuropea *leuk- (ereditata sia dal greco «bianco» che dal latino «luce»).

Basilicata è invece un termine più recente. Lo si fa risalire all’ultimo periodo della dominazione bizantina in Italia, tra XI e XII secolo d. C. Deriverebbe infatti da «basilikós» (βασιλικός), «reale/imperiale», a sua volta proveniente dal sostantivo «basileús» (βασιλεύς), «re/imperatore». Il basilikós era il «funzionario del re» che governava su una parte dell’antica Lucania, quella ancora nelle mani dei bizantini. Un’altra teoria meno accreditata lo accosta alla Basilica di Acerenza.

Al di là delle origini etimologiche, la storia ci insegna che proprio in questa fase del Medioevo comincia lo smembramento della Lucania, che tra svariate dominazioni – dai Longobardi ai Saraceni, dai Bizantini ai Normanni – finisce per perdere i suoi antichi confini, e alla fine anche il suo nome. In senso amministrativo, la Lucania.......

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LUCANITA‟ SARACENA tra poesia e fotografia


“LUCANITA‟ SARACENA tra poesia e fotografia” è una silloge di liriche, opera di due poeti coetanei che condividono la nascita nello stesso paese, Castelsaraceno in Provincia di Potenza, l‟appartenenza ad un comune ceppo familiare, i Cascini, e la totale identificazione con la Lucania, la realtà regionale di entrambi.
La singolarità del lavoro sta nell‟aver messo insieme – in una sorta di acquarello istoriato del cuore – poesie e fotografia, lingua e dialetto nonché la medesima ricerca di ricordi, di stati d’animo, di sensazioni, di esperienze vissute anche a distanza. Entrambi i novelli Aedi, Valerio e Prospero CASCINI, sono stati compagni di scuola alle elementari dopodiché il primo si è trasferito dal lontano 1962 a Torino mentre il secondo non si è mai spostato da Castelsaraceno.
Lucanità saracena è un‟antologia di 39 liriche che rigurgita di RICORDI ed è trabocchevole di MEMORIE che gli AUTORI prima di editarle hanno coltivato nel loro animo e cullato dentro di loro per tanto tempo.
Trattasi di versi in libera rima che riaffiorano dal più profondo del cuore di entrambi i Poeti e, al pari di
vibrazioni forti ed irrefrenabili si tramutano presto in lamentazioni sonore e singhiozzanti dell‟animo.
Prospero Antonio Cascini, in questo lavoro ci offre un ventaglio di liriche che si fanno portavoce degli affetti familiari, degli squarci paesaggistici del proprio Castelsaraceno, dell‟amore idealizzato nonché del valore della lucanità.
La Prima Tranche è costituita dalle liriche in cui sono cristallizzati gli affetti familiari quali “A Domenica sposa di Domenica”, “A Micaela Maria”, “A Micaela Maria… al primo compleanno”, “Ritratto di mia Madre”, “Ritratto di mio padre”, “Il compagno di classe” e “L’amore di famiglia”.
Nell‟ode A Domenica sposa di Domenica”, il Nostro ricorda il giorno del matrimonio di Domenica (Nika), la figlia secon.......

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